L’approvvigionamento idrico dell’isola rappresenta da secoli una delle maggiori preoccupazioni per i suoi abitanti a causa delle particolarità idrogeologiche e climatico-ambientali dell’isola stessa che rendono l’acqua piovana risorsa naturale potabile. Le buvire, dall’arabo buir ovvero fonte, sono sorgenti di acqua salmastra originate dall’incontro di acqua marina e acqua piovana, in passato costituivano le principali fonti di acqua per usi non alimentari. Per gli altri usi i panteschi iniziarono a realizzare le cisterne interrate e impermeabilizzate, in cui convogliare l’acqua piovana proveniente soprattutto dai tetti a cupola, la forma sinuosa della copertura a volta è adatta a convogliare l’acqua in apposite canalette collegate alle cisterne, il rivestimento in battuto di tufo, impermeabile.
Le cisterne hanno dimensioni variabili e possono essere campanulate, caratterizzate da pianta ellittica e sezione a bottiglia, come quelle ricorrenti nel periodo fenicio-punico oppure a volta, realizzate con tecnica ad arco. Alcune cisterne integre e funzionanti, del periodo fenicio/punico si trovano sull’Acropoli di San Marco.